Authors: Dante
Se tal fu l’una rota de la biga
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in che la Santa Chiesa si difese
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e vinse in campo la sua civil briga,
ben ti dovrebbe assai esser palese
l’eccellenza de l’altra, di cui Tomma
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dinanzi al mio venir fu sì cortese.
Ma l’orbita che fé la parte somma
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di sua circunferenza, è derelitta,
La sua famiglia, che si mosse dritta
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coi piedi a le sue orme, è tanto volta,
e tosto si vedrà de la ricolta
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de la mala coltura, quando il loglio
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si lagnerà che l’arca li sia tolta.
Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio
nostro volume, ancor troveria carta
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u’ leggerebbe ‘I’ mi son quel ch’i’ soglio’;
ma non fia da Casal né d’Acquasparta,
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là onde vegnon tali a la scrittura,
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ch’uno la fugge e altro la coarta.
Illuminato e Augustin son quici,
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che fuor de’ primi scalzi poverelli
Ugo da San Vittore è qui con elli,
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e Pietro Mangiadore e Pietro Spano,
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lo qual giù luce in dodici libelli;
Natàn profeta e ’l metropolitano
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Crisostomo e Anselmo e quel Donato
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ch’a la prim’ arte degnò porre mano.
Ad inveggiar cotanto paladino
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mi mosse l’infiammata cortesia
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di fra Tommaso e ’l discreto latino;
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e mosse meco questa compagnia.”
Imagini, chi bene intender cupe
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quel ch’i’ or vidi—e ritegna l’image,
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mentre ch’io dico, come ferma rupe—,
quindici stelle che ’n diverse plage
lo cielo avvivan di tanto sereno
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che soperchia de l’aere ogne compage;
imagini quel carro a cu’ il seno
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basta del nostro cielo e notte e giorno,
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si ch’al volger del temo non vien meno;
imagini la bocca di quel corno
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che si comincia in punta de lo stelo
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a cui la prima rota va dintorno,
aver fatto di sé due segni in cielo,
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qual fece la figliuola di Minoi
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allora che sentì di morte il gelo;
e l’un ne l’altro aver li raggi suoi,
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e amendue girarsi per maniera
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che l’uno andasse al primo e l’altro al poi;
e avrà quasi l’ombra de la vera
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costellazione e de la doppia danza
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che circulava il punto dov’ io era:
poi ch’è tanto di là da nostra usanza,
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quanto di là dal mover de la Chiana
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si move il ciel che tutti li altri avanza.
Lì si cantò non Bacco, non Peana,
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ma tre persone in divina natura,
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e in una persona essa e l’umana.
Compié ’l cantare e ’l volger sua misura;
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e attesersi a noi quei santi lumi,
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felicitando sé di cura in cura.
Ruppe il silenzio ne’ concordi numi
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poscia la luce in che mirabil vita
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del poverel di Dio narrata fumi,
e disse: “Quando l’una paglia è trita,
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quando la sua semenza è già riposta,
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a batter l’altra dolce amor m’invita.
Tu credi che nel petto onde la costa
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si trasse per formar la bella guancia
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il cui palato a tutto ’l mondo costa,
e in quel che, forato da la lancia,
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e prima e poscia tanto sodisfece,
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che d’ogne colpa vince la bilancia,
quantunque a la natura umana lece
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aver di lume, tutto fosse infuso
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da quel valor che l’uno e l’altro fece;
e però miri a ciò ch’io dissi suso,
quando narrai che non ebbe ’l secondo
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lo ben che ne la quinta luce è chiuso.
Or apri li occhi a quel ch’io ti rispondo,
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e vedräi il tuo credere e ’l mio dire
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nel vero farsi come centro in tondo.
Ciò che non more e ciò che può morire
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non è se non splendor di quella idea
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che partorisce, amando, il nostro Sire;
ché quella viva luce che sì mea
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dal suo lucente, che non si disuna
per sua bontate il suo raggiare aduna,
quasi specchiato, in nove sussistenze,
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Quindi discende a l’ultime potenze
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giù d’atto in atto, tanto divenendo,
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che più non fa che brevi contingenze;
e queste contingenze essere intendo
le cose generate, che produce
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con seme e sanza seme il ciel movendo.
La cera di costoro e chi la duce
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non sta d’un modo; e però sotto ’l segno
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idëale poi più e men traluce.
Ond’ elli avvien ch’un medesimo legno,
secondo specie, meglio e peggio frutta;
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e voi nascete con diverso ingegno.
Se fosse a punto la cera dedutta
e fosse il cielo in sua virtù supprema,
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la luce del suggel parrebbe tutta;
ma la natura la dà sempre scema,
similemente operando a l’artista
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ch’a l’abito de l’arte ha man che trema.
Però se ’l caldo amor la chiara vista
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de la prima virtù dispone e segna,
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tutta la perfezion quivi s’acquista.
sì ch’io commendo tua oppinïone,
che l’umana natura mai non fue
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né fia qual fu in quelle due persone.
Or s’i’ non procedesse avanti piùe,
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‘Dunque, come costui fu sanza pare?’
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comincerebber le parole tue.
Ma perché paia ben ciò che non pare,
pensa chi era, e la cagion che ’l mosse,
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quando fu detto ‘Chiedi,’ a dimandare.
Non ho parlato sì, che tu non posse
ben veder ch’el fu re, che chiese senno
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acciò che re sufficïente fosse;
non per sapere il numero in che enno
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li motor di qua sù, o se
necesse
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con contingente mai
necesse
fenno;
non
si est dare primum motum esse,
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o se del mezzo cerchio far si puote
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trïangol sì ch’un retto non avesse.